Sul web, ma anche nella vita, non basta avere avuto una volta un’idea che ha raccolto successo, la differenza infatti la fa la costanza. Gli algoritmi dei motori di ricerca e social network oggi privilegiano contenuti originali e periodici, questo significa che non si può fare riferimento alla estemporaneità ma che bisogna invece pianificare la pubblicazione e il tipo di contenuti da diffondere in rete.

Per questo motivo, dopo aver iniziato a collaborare con l’associazione Bunta Esperanto e dopo aver realizzato il primo video scribe, abbiamo subito proposto la stesura di un piano o calendario editoriale, ossia un foglio Excel dove vengono inserite date, tipo del contenuto, copy e piattaforma sulla quale si vuole pubblicare il video, il post o il link preparato. Il piano serve a dare coerenza alla comunicazione, fa superare la paura del foglio bianco e soprattutto serve per poter realizzare, insieme agli altri strumenti, gli obiettivi di comunicazione voluti dal cliente, dall’aumento di reputazione, alla vendita di prodotti, alla promozione di specifiche attività. 

In ogni contenuto il cliente deve potersi rispecchiare per quanto riguarda il tono di voce e lo stile comunicativo, che deve essere adatto al committente, al canale e al target di riferimento, non ha senso rivolgersi per esempio a una platea poliglotta -come mediamente è quella della comunità esperantista- usando un inglese maccheronico o inserendo spiegazioni superflue, che invece vanno benissimo e anzi sono necessarie per un altro tipo di pubblico.

Nel nostro caso, il piano editoriale dell’associazione doveva tenere conto anche degli obblighi di comunicazione e informazione voluti dal programma europeo di scambi giovanili e formazione Erasmus+, l’UE infatti prevede misure stringenti sulla comunicazione dei progetti finanziati. A seconda dello scopo informativo o di comunicazione, solo per quanto riguarda la comunicazione istituzionale di progetti per l’educazione degli adulti, è prevista la pubblicazione di news e blogpost sulla piattaforma dedicata Epale, ai quali va aggiunta la piattaforma dei risultati, dove vengono caricati tutti i materiali di comunicazione prodotti su un dato progetto, che in seguito verranno vagliati dalle autorità europee e infine messi a disposizione dell’intera comunità Erasmus+. Fanno parte di questi materiali moltissimi tipi di documento, da quelli interni come i questionari compilati da chi è partito per una mobilità, ai post social, alle news pubblicate sul blog del sito di un progetto europeo. Tra gli obblighi previsti infatti c’è quello di creare per ogni progetto finanziato un sito web, distinto da quello delle organizzazioni che lo implementano.

Mediamente dunque per ogni progetto europeo la strategia di comunicazione comprende: sito dell’associazione capofila con gestione del blog interno e dei profili social; gestione dei contenuti sul portale Epale; registrazione di ogni contenuto o attività di comunicazione sulla piattaforma dei risultati; creazione e gestione del sito, del blog e dei profili social del progetto Erasmus+; creazione di tutti i materiali necessari alle varie attività previste dal progetto (video scribes, slides, riprese video delle classi di formazione). Ovviamente tutti questi contenuti non sono esclusivi di una piattaforma o di un canale, spesso per esempio il blogpost relativo al sito del progetto è pubblicato anche come news dell’associazione e diffuso tramite i diversi canali social. Dopo la pubblicazione poi si segue la discussione generata sui social e in media ogni 3 mesi si raccolgono i dati di Google Analytics per capire come resettare la strategia di comunicazione in base ai risultati raccolti.

Insomma, anche a farla semplice, è ovvia la quantità di lavoro necessaria a gestire la comunicazione di un progetto europeo. Come sempre, è necessaria la collaborazione del cliente e in questo caso anche delle persone che partono per le mobilità, perché a loro viene chiesto di scattare fotografie o fare riprese video e sulle loro esperienze abbiamo fatto affidamento per raccontare le tappe del progetto, ma anche per far capire all’esterno della comunità esperantista chi sono oggi le persone che fanno parte di quel gruppo e che usano l’Esperanto per migliorare le proprie competenze professionali e il proprio bagaglio culturale.

Noi di RAM ci abbiamo messo la coerenza grafica, quella strategica e relativa anche ai testi, compresa l’ottimizzazione SEO, ma soprattutto ci siamo messi in gioco, perché non abbiamo solo messo a disposizione le nostre competenze professionali, abbiamo anche imparato cosa significa fare formazione per adulti oggi e come la formazione possa convivere bene con i valori fondanti dell’Esperanto, un progetto culturale, linguistico e sociale che vale la pena conoscere.