Come si costruisce una storia? Da dove nasce? Per dirvelo, una storia ve la racconto io: la storia di una storia.

Quando Marco Tamagnini, boss e art director di Studio RAM partecipa a una riunione ha un modo tutto suo di ascoltare e pensare che potrebbe benissimo passare per una forma di autismo. Lui è fisicamente lì eppure disegna, seguendo il filo di certe sue particolarissime idee incomprensibili ai più. Poi si risveglia dal torpore e se ne esce con un’idea sputata non a mozzichi e strascichi ma tutta completa, piena di lampi ed estremamente grafica pure nella scelta delle parole.

La stessa cosa è successa quando in mezzo alla riunione con Stefano Piccini, l’incarnazione in terra del Dr Steve Hunters, lui ha iniziato a creare un mondo. Mentre guardava, ascoltava e disegnava. Disegnando, il tratto stesso sembrava suggerirgli un carattere. Guardandolo sembrava tutto facile. Eppure, provando a scomporre tutti i passaggi che la sua mente faceva in millesimi di secondo, studiosi, filosofi e linguisti hanno riempito le biblioteche di libri negli ultimi secoli.

Talento. Sguardo. Esperienza. Mentre il Dr Steve era ancora solo uno schizzo era già un Indiana Jones. Prima della style guide nella mente di Marco si era già affollato il materiale per tutta l’architettura della Grande Storia.

Le avventure del Dr Steve si completano all’interno di un episodio ma allo stesso tempo lasciano un irrisolto per continuare a creare nuove storie. Si potrebbe dire che ha una trama verticale ma allo stesso tempo ogni avventura costituisce un avanzamento all’interno di una struttura più ampia.

Le trame poi si basano su temi o topoi narrativi. Questi hanno a che fare con luoghi comuni e archetipi dell’inconscio perché si ritrovano praticamente identici in tutte le culture. Tipi di topoi sono per esempio i racconti che parlano di amore e morte o, come nel caso del Dr Steve, quelli che descrivono la ricerca di qualcosa, la caccia al tesoro e lo scambio di luoghi. I topoi si possono combinare tra loro ed è questa possibilità di mischiare i vari elementi, come una pozione, che rende una storia originale seppure all’interno di regole per così dire statiche.

Steve per esempio è sempre alla ricerca di fossili di dinosauro, di minerali, insetti o farfalle e nella sua ricerca è aiutato dai coprotagonisti Fred Rock nel regno dei minerali; Paul Bugs, l’entomologo, ed Erika/Lady Butterfly, il personaggio dalla doppia anima, un po’ buona e un po’ cattiva, in realtà o molto buona o molto cattiva. E infine Dr Bones, il medico di Viaggio nel corpo umano. Questi sono i personaggi presenti solo in alcune avventure mentre in tutti c’è Rick e Amy, i personaggi a fumetto che ricalcano i visi e le personalità dei figli di Stefano Piccini, il Dr Steve in carne e ossa. Poi c’è il misterioso uomo con la valigetta che sembra uscire da Man in Black e lavora per un misteriosissimo cliente veramente veramente cattivo. Lui è l’archetipo dell’avvocato rampante dalla risata fastidiosa e con i lineamenti aguzzi, segaligno e giallognolo e fastidiosamente intonso anche in mezzo alla polvere del deserto.

Ogni storia si sviluppa secondo la struttura classica in 3 atti: inizio, colpo di scena e conclusione ma la presenza di più personaggi, ognuno con una trama secondaria propria, riempie ogni atto con altre azioni.

Dr Steve va quindi alla ricerca di dinosauri e minerali, insetti e farfalle insieme al resto della sua famiglia, ai suoi amici e a Baby Rex, un piccolo di T-Rex che viene dal passato. Si libera e supera la prova che il cattivo gli ha imposto viaggiando nel tempo grazie al suo tre ruote e soprattutto alla Pietra del Tempo.

Ora, ci sarebbe molto ma molto di più ma io ci ho messo già tanto per spiegarvi solo un po’ come sono andate le cose nella mente di Marco Tamagnini. In lui tutta la storia è fluita senza intoppi come un fiume appassionato e pieno di situazioni che riempiranno ancora per un po’ le tavole del fumetto di Steve Hunters. Con tante sorprese che non vi racconto qui.