
Ci siamo. Il 10 ottobre si terrà la prima cena-evento della Brigata del Pratello (www.brigatadelpratello.it), il progetto di formazione e accompagnamento al lavoro che per la prima volta in assoluto permette alle persone di entrare dentro le mura del carcere minorile di via del Pratello per gustare i piatti preparati dai ragazzi che scontano nella struttura una pena.
Il progetto prevede la formazione nel campo della ristorazione di 6-8 giovani dell’IPM (Istituto Penale Minorenni) “Siciliani” che in questo modo acquisiranno le competenze relazionali e professionali per esercitare la professione di aiuto-cuoco e cameriere, un’esperienza che poi potrà risultare utile fuori i confini dell’istituto. I ragazzi sono stati seguiti in questo percorso da chef e maître riconosciuti a livello nazionale e dagli educatori che hanno coadiuvato le figure professionali dal punto di vista educativo e motivazionale.
L’Osteria formativa della Brigata del Pratello rappresenta una realtà innovativa, l’unica osteria dove i clienti si recano “dentro” per mangiare. Si restituisce così al cibo un significato sociale e di cooperazione che descrive una continuità tra il dentro e il fuori. Spesso infatti ci si concentra sulla differenza tra “noi” e “loro” e si considerano le mura degli istituti penali zone di confine che separano e circoscrivono un’area impermeabile alla società. La punizione però non può essere e non è l’obiettivo unico degli istituti penali minorili nei quali, ancora di più rispetto agli istituti per adulti, è imprescindibile la necessità di fornire speranza e strumenti di riscatto a giovani che hanno ancora tutta la vita davanti.
Il progetto della Brigata del Pratello è frutto dell’iniziativa della fondazione senza fine di lucro e ente di formazione FOMAL e del Ministero di Giustizia. Il finanziamento del progetto è avvenuto grazie al Fondo Sociale Europeo, alla Regione Emilia Romagna e alla Fondazione del Monte. Alla realizzazione del progetto hanno collaborato diversi professionisti, lo stesso Studio RAM ha partecipato al progetto attraverso la creazione del logo della Brigata, cosa che ci ha reso orgogliosi di aver potuto collaborare con la nostra creatività a un’esperienza così interessante.
Gli obiettivi dichiarati del progetto comprendono la sperimentazione di forme nuove per la formazione e l’inserimento lavorativo; la possibilità per i ragazzi di migliorare o acquisire nuove competenze personali, tecniche e professionali; la volontà di sostenere l’autonomia dei giovani coinvolti, dando loro un’opportunità per il futuro, e infine la necessità di condividere e rappresentare in termini positivi una realtà che di solito è nascosta anche se si trova proprio al centro della città.
Ma in fondo, perché è stata creata quest’iniziativa? Secondo Giusella Finocchiaro, presidente della Fondazione del Monte, la risposta al perché dell’iniziativa implicherebbe un’altra domanda, e cioè: “quanto è utile avere un futuro, potersi pensare al futuro? Questa è la risposta, tutti noi abbiamo bisogno di pensarci al futuro, di vedere davanti a noi un percorso, una prospettiva di vita. Questo progetto è un modo di dare una speranza, un futuro“.
Beatrice Draghetti, presidente FOMAL, aggiunge che “è necessario scoprire che si può ricominciare e che ci sono delle possibilità concrete, non solo auspici ma un’effettiva possibilità di reinserimento. […] Questo progetto dà la possibilità di sperimentare e di fare cose belle, migliorando in questo modo la propria autostima, una condizione necessaria per guardare con speranza al futuro”.
Futuro. Riscatto e autostima. Attraverso le sbarre e molto, molto oltre.