Durante l’ultimo anno solare si sono osservati dei cambiamenti profondi e rapidi nel mondo del web. Il fattore più importante per queste tendenze improvvise è sicuramente lo stato di emergenza sanitaria iniziato a marzo dell’anno scorso: il distanziamento sociale ed il conseguente isolamento domestico della maggior parte della popolazione mondiale ha favorito la nascita e lo sviluppo di molte realtà interessanti riguardanti il world wide web, trovando terreno fertile tra gli utenti in cerca di nuove forme di intrattenimento. L’ultimo di questi fenomeni, che può essere considerato più un risultato dei cambiamenti sociali degli ultimi tempi più che una semplice novità, è l’introduzione del social network statunitense Clubhouse.

 

Clubhouse nasce da un’idea di due imprenditori (Paul Davison e Rohan Seth) ed un finanziamento di 12 milioni di dollari. Lanciato ad aprile 2020 raggiunge il suo picco di diffusione a febbraio dell’anno dopo e ad oggi supera gli 8 milioni di download. La particolarità di Clubhouse sono le stanze virtuali, dove chi partecipa può scambiarsi messaggi vocali su diversi argomenti. Alla fine della sessione di connessione la stanza viene chiusa e i messaggi inviati si cancellano. Ogni stanza è creata da un admin che fa anche da moderatore, invitando gli utenti a partecipare alla conversazione e dando o togliendo la parola a chi partecipa. Chi viene invitato nella stanza può essere speaker oppure ascoltatore. Nel primo caso la persona può parlare dopo aver ottenuto l’autorizzazione dal moderatore; nel secondo caso l’utente partecipa in modalità silenziosa. Infine, ma non meno importante, la particolarità di Clubhouse è che è supportato solo da IOS: il senso di esclusività che ha fatto decollare questa app sin dal principio viene ribadito con la modalità di accesso, che può avvenire solo su invito di un utente già iscritto. Come appunto succede in una club house.

Gli argomenti di cui si discute su Clubhouse sono i più disparati: dalla medicina alla finanza, dall’attualità alla politica. Ciò che sembra piacere di più agli utenti è che, a differenza di tutti gli altri social network, parla solo chi ha qualcosa da dire mentre gli altri ascoltano.

 

L’arrivo di questa piattaforma si inserisce perfettamente nel panorama creato dai vari social network. Dopo un social network ideato per le foto (Instagram) ed uno per i video (Snapchat/TikTok), era questione di tempo prima che qualcuno ne sviluppasse uno per gli audio. Tra i fattori di successo di Clubhouse c’è la tendenza sempre maggiore degli ultimi anni di preferire i messaggi vocali a quelli scritti, per questo motivo anche Whatsapp sta cercando di rendere la messaggistica vocale una funzione sempre più centrale del loro servizio. Ma ciò che ha aiutato di più questa spinta al successo della piattaforma è senza dubbio l’adesione di Elon Musk. Il secondo uomo più ricco del pianeta, da molti considerato un’icona del web, è una specie di Re Mida quando si tratta di comunicazione online. L’uomo che con un tweet ha fatto aumentare esponenzialmente il valore di una criptovaluta nata per scherzo (Dodgecoin), iscrivendosi a Clubhouse l’ha mandato letteralmente in tilt, tanto da dover bloccare la piattaforma per i troppi ascolti.

 

Probabilmente in un periodo diverso, dove per combattere la noia casalinga era sufficiente  poter uscire, una piattaforma simile non avrebbe avuto questo successo e sarebbe rimasta nella sua aura di esclusività per molto tempo. Molti influencer invece hanno iniziato ad usarla, anche in Italia, e tanti di loro sono compiaciuti proprio da questa modalità di conversazione che permette di non perdere troppo tempo nella cura dell’immagine (punto fondamentale delle loro carriere) tenendo contemporaneamente un dialogo molto più naturale con i propri followers.