Raccontare gli altri e svelare se stessi, narrare fatti per raccontare interpretazioni. The fact finder di Alex Bodea (BeccoGiallo) intreccia moltissimi temi, dall’immigrazione, a temi sociali, dalla fantascienza alla filosofia: tutto il volume è una raccolta di decine di microstorie che accadono nella realtà di una cornice. Le piccole storie si manifestano come improvvise interferenze nella realtà e nascondono gate per realtà parallele, sono rappresentate come Intrux, praticamente dei buchi nella realtà. Solo il narratore protagonista, un immigrato di nome Hesus, riesce a vederle e leggerle, solo a lui si svelano. Ma il talento che Hesus ha appena scoperto sembra servire a poco: è già pronta la piattaforma tecnologica che promette di leggere gli Intrux per tutti.

Assistiamo alla visione del mondo da parte di un immigrato, che vive ogni giorno come se si trovasse all’incrocio tra due mondi e due culture. Concentrandosi sull’Intrux, Hesus riesce a mettere a fuoco cosa nasconde, un ricordo, un racconto. Queste storie si svelano nella realtà come frammento di un altro mondo, che si è svolto o si sta svolgendo in un altro tempo e in un altro spazio. Non conosciamo nulla di ciò che sta succedendo se non attraverso le parole della storia che ci viene raccontata.

A tenere traccia di tutte queste storie viste e interpretate da Hesus, un androide servizievole di ultima generazione chiamato Alois, che registra i racconti e li trascrive in un blog online. Il blog presto ottiene l’attenzione di un vasto pubblico e Hesus diventa, suo malgrado e nonostante la percezione che le persone hanno di lui nella vita quotidiana, famoso in rete grazie al suo talento di leggere gli Intrux. Ma ci riuscirà poi davvero?

O è piuttosto la sua fantasia a generare tutte quelle storie? A volte i Detrux, i fenomeni opposti agli Intrux, che svelano la realtà (quale poi, quella alla quale assistiamo grazie alla cornice del racconto o quelle delle storie narrate?) corrispondono alle sue visioni Intrux; altre volte le storie che Hesus vede non si allineano per niente con la lettura fatta dalla nuova app creata per leggere gli Intrux. Cosa è vero? È una domanda che continua a rimbalzare lungo le pagine del volume: chi è Hesus, l’immigrato, lo straniero non integrato o l’unica persona che grazie alla sua estraneità riesce a leggere la realtà? Di nuovo, quale realtà? Ne esiste una non filtrata dagli occhi di Hesus?

E in fin dei conti, cosa importa cosa è vero e cosa è falso, se Hesus, grande ipocondriaco, raccontando pensa meno ai suoi malanni immaginari?

The fact finder, a dispetto del nome, non svela fatti incontrovertibili, chi lo legge trova piuttosto la propria chiave di lettura, lasciandosi trasportare nel gioco di matrioske di racconti in un esercizio di messa a fuoco della realtà che sfugge.