Sono passati ormai due anni da quando la pandemia da Covid-19 ha preso piede. Due anni caratterizzati da periodi diversi, intervallati da momenti di chiusura ad altri di pseudo-libertà. Molti hanno dovuto reinventarsi la quotidianità, il lavoro, i rapporti. Tutto, spesso, passava per uno schermo. Nel 2020 si è registrato un alto tasso di vendite di fumetti, imputato ai lockdown imposti dalla pandemia. Abbiamo avuto molto più tempo per leggere ma possiamo anche affermare che il fumetto si presta molto bene al display. Una combo perfetta. Il fumetto in questi due anni si è raccontato attraverso la pandemia ma l’ha pure raccontata. Le iniziative con protagonista il fumetto sono state moltissime. Pensiamo alle opere collettive come My Covid in Comics, 137 artisti da 30 Paesi diversi con un obiettivo comune: raccontare un anno di emergenza sanitaria per conservare attraverso il fumetto il periodo che stiamo attraversando. Cefa e Ya Basta hanno lanciato una call per artisti e disegnatori che ha dato vita al libro ‘My Covid in comics’, un’immagine collettiva degli effetti della pandemia in oltre 300 opere accompagnate dalla trama narrativa dei curatori Jacopo Granci e Claudio Calia

COme VIte Distanti, un’antologia a fumetti nata e cresciuta durante il primo lockdown, con la pubblicazione di una tavola al giorno sul sito www.arfestival.it/covid e che ha dato la possibilità di raccogliere più di 60.000 euro a sostegno della ricerca scientifica per INMI “Lazzaro Spallanzani”. Le tavole infatti sono poi diventate un volume cartonato preordinabile di cui l’acquisto permetteva il sostegno della raccolta fondi. Ideatore e promotore dell’iniziativa è ARF! «Festival di Storie, Segni & Disegni», il Festival del Fumetto di Roma che ha seguito, passo dopo passo, tutto il progetto, curandone il coordinamento editoriale, la comunicazione, la stampa del volume e il flusso delle donazioni. 

COme VIte Distanti. Sei mesi dopo è stata una pubblicazione successiva – in vendita solo 

nei giorni 20 e 21 novembre 2020. Questo Compendium è stato il frutto del lavoro di autrici e autori che hanno arricchito il volume realizzato durante il lockdown con nuove visioni, tavole inedite, contenuti extra. E ancora, le “Case degli altri”, cioè tutti quei progetti che – mentre nasceva COme VIte Distanti – sono stati realizzati in parallelo da altri fumettisti, illustratori, autrici, autori, collettivi. COme VIte Distanti · Sei mesi dopo è un albo speciale di 36 pagine, prodotto in una tiratura limitatissima.

Pensiamo anche al racconto seriale di Leo Ortolani durante il primo periodo di “confino”. Strisce postate quotidianamente su Facebook e Instagram dal 7 marzo al 4 maggio 2020 che in seguito sono diventate un volume dal titolo Andrà tutto bene (Feltrinelli Comics, 2020). Un libro ibrido che contiene strisce nate per il web ma adattate al formato cartaceo, quindi la lettura passa da verticale ad orizzontale e lo swipe è sostituito dal giro pagina. ***

Alberto Sebastiani in un articolo per Treccani dedicato al volume scrive: “Ortolani è celebre soprattutto per la serie Rat-Man, il cui umorismo mescola parodia, slapstick, wacky comedy e oscilla tra registro serio e comico. L’italiano dei suoi testi è sostanzialmente standard per il sistema verbale, con numerosi tratti neostandard per imitare l’oralità, e in cui appaiono termini letterari, aulici o di uso comunque raro, trascrizioni fonetiche bizzarre, citazioni di ogni tipo (Tavosanis 2012, Gadducci Plazzi Tavosanis 2005, Sebastiani 2003). Una commistione che, per Andrà tutto bene, si è arricchita del lessico della pandemia, offrendone una rielaborazione umoristica in storie raccontate attraverso monologhi, dialoghi e narrazioni riconducibili a diversi generi. Siamo nel modo fantastico, e basti pensare che tra i personaggi, oltre a Leo Ortolani (alter ego dell’autore) e la sua famiglia, c’è Covidio, un coronavirus antropomorfizzato.” 

https://www.treccani.it/magazine/lingua_italiana/articoli/percorsi/percorsi_320.html

Abbiamo raccolto una serie di articoli e approfondimenti legati al fumetto e alla pandemia in elenco qui di seguito:

Il covid dentro il fumetto (mascherine nei fumetti?)

In tanti si sono chiesti se le mascherine sarebbero entrate nei fumetti… In questo articolo si approfondisce il rapporto tra il medium e la pandemia, in particolare come e quantoo il virus è entrato all’interno delle serie a fumetti.

https://www.ilfoglio.it/cultura/2020/05/10/news/come-si-fanno-i-fumetti-ai-tempi-del-covid-317060/

Il fumetto racconta il covid 

Il fumetto è stato uno degli strumenti più utilizzati per raccontare la pandemia. Moltissimi sono i fumetti utili alla comprensione delle norme igieniche, alle esplicazioni di carattere scientifico, all’affrontare la paura generata da una situazione completamente nuova. Molti di questi titoli erano rivolti ai bambini.

Interessante la testimonianza di Gianluca Costantini – fumettista dedito al graphic journalism – che ha raccontato a disegni la quarantena.

Cosa leggere durante il covid?

https://www.wired.it/play/fumetti/2020/03/14/iniziative-app-fumetti-digitali-coronavirus/

Durante la pandemia c’è stata una condivisione a cascata di contenuti per rendere i giorni di isolamento più sostenibili. Anche nel mondo del fumetto in molti hanno messo a disposizione librerie e cataloghi per la fruizione digitale da casa. Per esempio Coconino ha reso disponibile online per 24 ore un volume, prima di essere sostituito da un nuovo titolo. Il primo titolo è stato Cheese di Zuzu.

Videoconferenze

Molte delle manifestazioni legate al fumetto hanno dovuto fermarsi a causa della pandemia. A sostituirle, molto spesso, sono state iniziative che hanno pianificato e programmato eventi online con tanto di ospiti e mostre, facendo sentire un po’ meno la nostalgia degli incontri veri e propri.

Ad esempio It Comics ha messo su Corona(VS)Comics – il primo salone online sul fumetto che si è svolto su Twitch e Facebook, coinvolgendo autori e case editrici che hanno presentato le loro novità (di solito annunciate durante i vari festival sospesi).

Luccacomics – Lucca ChanGes

La pandemia ha imposto un cambiamento drastico anche ad una delle più grandi manifestazioni dedicate al fumetto in Italia, il Lucca Comics. Da un’intervista per Forbes fatta al direttore generale Emanuele Vietina leggiamo: “Nel 2020 non c’è stata Lucca Comics & Games. Abbiamo voluto realizzare un’idea e non semplicemente l’edizione di un festival: Lucca ChanGes. Il nostro chiodo fisso era che il cambiamento andasse fronteggiato interpretandolo, in primis, nel modo in cui cambiava il modello di produzione culturale e, da lì, riflettere sulla condizione contingente. È così che abbiamo provato a ricreare “l’effetto Lucca”, attraverso un progetto multicanale che, con la simultanea presenza televisiva, digital e territoriale, doveva creare un momento fondamentale per dare voce alla promozione delle sue editorie di riferimento. Ecco, quindi, che abbiamo dato vita al grande progetto con Amazon, una finestra che per due mesi ha promosso oltre 20.000 titoli a un pubblico di oltre 2 milioni di utenti unici. Il festival è diventato anche un progetto broadcast atterrando su Rai in modo potente come mai prima di allora: 13 contenuti Rai Originals di Lucca ChanGes hanno trovato eco nella copertura di Rai 4. E per concludere, l’esperimento dei Campfire, che hanno rappresentato l’occasione di raggiungere uno a uno i nostri appassionati sostenendo anche la filiera dei negozi indipendenti e portando in tutta Italia lo spirito della rassegna attraverso i contenuti dei nostri propri editori.”

https://forbes.it/2021/05/25/come-la-pandemia-ha-cambiato-organizzazione-del-lucca-comics/

Editoria e covid

Seppur, dati alla mano, si dice che sia un momento fortunato per l’editoria, a conti fatti, non è proprio così o perlomeno non lo è per i piccoli editori. Durante gli ultimi due anni le piccole realtà – pensiamo anche alle librerie – hanno dovuto trovare nuovi metodi per tirare avanti e non farsi schiacciare dai grandi rivenditori come Amazon. Tante le iniziative a sostegno come ad esempio Adotta una libreria.

https://www.doppiozero.com/materiali/fumetto-e-piccoli-editori-nella-pandemia