Questa volta abbiamo intervistato Onofrio Catacchio. Barese, classe 1964. Esordisce nel mondo del fumetto sul mensile Frigidaire nel 1987 con una breve storia intitolata 1999. In seguito collabora al periodico Dolce Vita su cui pubblica strisce a fumetti e illustrazioni.

Nel 1990 crea il personaggio di Stella Rossa, che appare sulle riviste Fuego e Nova Express in episodi che vengono raccolti nei volumi Stella Rossa (1990) e Frontiera (1992) dalla casa editrice Granata Press. Entrambi i titoli più un inedito verranno ristampati nel 2001 in un volume della Kappa Edizioni, Stella Rossa, che raccoglie tutte le storie del personaggio.

Nel 1991 per Cyborg realizza storie a fumetti e illustrazioni, collabora come illustratore per il supplemento Domenicale del quotidiano Il Manifesto, illustra San Isidro Futból di Pino Cacucci (Ed. Metrolibri).

Per Nova Express, nel 1993, disegna su testi di Carlo Lucarelli i racconti di Coliandro, raccolti in volume l’anno successivo da Granata Press. Nello stesso anno illustra Hey Joe di Lorenzo Marzaduri.

Dal 1995 collabora con la Sergio Bonelli Editore realizzando diversi albi per la serie mensile Nathan Never. In veste di sceneggiatore, per i disegni di Andrea Accardi scrive Progenie d’inferno, apparsa in volume del 1999 per la Kappa Edizioni. La casa editrice francese Albin Michel nel 2004 realizza la versione francese intitolata Fils de l’enfer.

Replica la sua collaborazione con scrittori di narrativa nel 2005, sceneggiando e disegnando il racconto La ballata del Corazza di Wu Ming 2 per le edizioni BD/alta fedeltà. Il racconto viene in seguito inserito nell’antologia sul noir a fumetti Alta criminalità edita nell’estate del 2005 da Mondadori.

Illustra ii volume Gaijin! di Luigi Bernardi edito dalla Black Velvet nel 2006.

Ha progettato e disegnato le animazioni digitali per lo spettacolo di tecnoteatro La Fattoria degli Anormali di Andrea Balzola, del quale ha realizzato anche la versione a fumetti.

Dal 2007 realizza le immagini di copertina per le collane di narrativa del Gruppo Alberto Perdisa Editore. Nel 2010 avvia una collaborazione con la Marvel USA. Dal 2010 collabora al Gamberetto, supplemento per ragazzi della rivista Il Gambero Rosso. Nel 2011 pubblica su testi di Luigi Bernardi, Fantomax, non temerai altro male edito dalla Coconino press.

Ha disegnato due episodi del pluripremiato Mercurio Loi, scritto da Alessandro Bilotta.

Per l’inserto Alias Comics del quotidiano Il manifesto realizza nuovi episodi di Stella Rossa.

Per Centauria libri ha pubblicato Pollock Confidential, biographic novel dedicata a Jackson Pollock.

Nel 2020, la Sergio Bonelli Editore pubblica in volume La Mano Nera, un’avventura di Joe Petrosino e del suo Italian Branch nella New York degli inizi del secolo scorso.

Dal 1994 ha tenuto lezioni di disegno per i corsi di fumetto della Nuova Eloisa e per i Giardini Margherita a Bologna. Dal 1994 al 1997 ha insegnato Anatomia Artistica all’Accademia di Belle Arti di Brera a Milano. Insegna sceneggiatura e disegno per il fumetto alla Scuola internazionale dei Comics di Firenze e di Reggio Emilia. Insegna Arte del Fumetto all’Accademia di Belle Arti di Bologna. Vive e lavora a Forlì.

IG https://www.instagram.com/catacchionofrio/?hl=it

FB https://www.facebook.com/onofrio.catacchio

Sito http://www.onofriocatacchio.com/home.asp

Parlaci un po’ di te, da dove vieni e qual è la tua storia?

Sono nato a Bari a metà degli anni ’60. Da sempre ho coltivato la passione per le immagini e le storie, i fumetti erano e sono ancora il connubio perfetto tra le mie due passioni. Un po’ di tempo dopo, terminata l’Accademia di Belle Arti, mi sono trasferito a Bologna che all’epoca e ancora adesso viene considerata la capitale del fumetto italiano.

Come ti sei avvicinato al fumetto? Che percorso formativo hai fatto?

I primi fumetti li ho scoperti sul Corriere dei Piccoli che mio padre acquistava per me tutte le settimane. Voleva insegnarmi a leggere e la combinazione di figure e parole dei fumetti pubblicati nel settimanale gli sembravano un buon inizio. Da quel momento non ho più smesso di leggerli e di cercare di realizzarli, tanto che decisi di frequentare il liceo artistico per approfondire la pratica del disegno.  Lì ho incontrato Massimo Semerano e Sebastiano Vilella; con entrambi ho condiviso le prime esperienze di quelle che oggi  chiameremmo auto-produzioni e in seguito i primi viaggi nelle redazioni con la cartellina sotto il braccio.

Quali sono i tuoi maestri/e?

Ho imparato da tutti coloro che ho avuto modo di conoscere prima da lettore e in seguito da “collega” ma i punti di svolta fondamentali sono state le opere come lo Sconosciuto  di Magnus con in seguito quelle del gruppo di Cannibale. È stata l’apparizione di questi personaggi e delle loro creazioni a determinarmi nella scelta di diventare un autore di fumetti o meglio un fumettiere come mi piace definirmi.

I tuoi lavori spaziano tra il fumetto indipendente e il mainstream, la fiction e la biografia.  Ci sono dei soggetti o dei temi che preferisci?

Preferisco lasciarmi aperte tutte le possibilità. In tutti questi anni ho potuto sperimentare molte delle potenzialità del fumetto sia  in termini di narrazione che di linguaggio. La soddisfazione maggiore è che in tutti i lavori che ho realizzato trovo che esista un filo rosso che li tiene uniti, coerenti e riconoscibili. Mi piace esplorare quello che considero il mio perimetro espressivo con l’unico vincolo di non ricorrere al repertorio replicando il già fatto. 

Hai una diversa modalità di lavoro a secondo dei progetti che realizzi? Sei disciplinato o lavori d’impulso?

Ho un metodo. Mi alzo presto presto e imposto il lavoro della giornata, poi con pause e stacchi procedo fino a sera. Scrivo o disegno a seconda del flusso di lavoro. Spesso al termine mi concedo un disegno rilassante da postare sui social, quello viene d’impulso, un’idea da visualizzare a fine giornata. Le ho battezzate Matite Blu.

Qual è stata la tua ultima pubblicazione?

La più recente si intitola L’orologio che ha fermato il tempo, un libro per ragazzi – ma non solo – sulla strage del 2 Agosto a Bologna. Lo ha scritto Lo Stato Sociale e io mi sono occupato delle immagini.

Sei sceneggiatore e disegnatore. Con gli anni e l’esperienza con cosa ti esprimi meglio? (sempre se c’è una preferenza)

Se sai scrivere e disegnare il bello di questo lavoro è che puoi giocare più o meno in tutti i ruoli. 

Cosa consigli a chi vuole diventare fumettista?

Imparate a leggere i fumetti per poi realizzarli. E imparate a farvi pagare per farlo.

Pensi che i dispositivi digitali possano assorbire il fumetto mettendo da parte la carta?

Dai webtoons ai fumetti realizzati grazie all’intelligenza artificiale credo che il digitale offra possibilità ancora non completamente esplorate alla narrazione per immagini. Credo che questo cambierà radicalmente la figura dell’autore  che non sarà più semplicemente il “disegnatore” o lo “sceneggiatore” per diventare qualcosa di molto simile a uno showrunner  ma in grado di realizzare il prodotto da solo o con team ristretti. In questo la carta continuerà ad avere un ruolo ma sarà solo uno dei possibili ricaschi e non più il principale.

Com’è il mercato dell’editoria nel tuo mondo ideale?

Magnus sosteneva che una buona storia vale milioni (in valuta dell’epoca). Storie e personaggi hanno enormi potenzialità di sviluppo in moltissimi campi perché il fumetto è un’area di sperimentazione privilegiata. Quando ciò si realizzerà avremo il mio mercato editoriale ideale.