Alessandro Tota è nato a Bari nel 1982. Durante il periodo di studi in pittura all’Accademia di Belle Arti di Bologna, è tra i fondatori della rivista Canicola, che vince il Prix Fanzine/BD Alternative al Festival d’Angoulême nel 2007. L’anno successivo Tota vince il Prix du concours pour jeunes auteurs al festival Fumetto di Lucerna.

Nel 2006 si trasferisce a Parigi e lavora come assistente del disegnatore Igort. A Parigi fino al 2021 ha vissuto insegnando fumetto e sceneggiatura all’Istituto Auguste Renoir e all’Ecole Cesan, oltre a tenere corsi all’EESI di Angoulême. Oggi collabora con alcuni dei principali editori francesi,  come sceneggiatore e autore di graphic novel e libri per bambini.

Il suo primo romanzo grafico Terre d’Accueil (ed. Sarbacane 2010) tratta, tra realismo e narrazione fantastica, delle vicissitudini di un gruppo di immigrati a Parigi. Pubblicato da Coconino Press il libro vince il premio Miglior Opera Prima e il Premio della Critica XL al Romics del 2010, e il Miglior Libro Italiano al Treviso Comic Book Festival dello stesso anno.

Il suo secondo libro, Fratelli, viene pubblicato nel 2011 dalle Editions Cornélius per la Francia e da Coconino Press per l’Italia.

Nello stesso anno, Alessandro Tota figura tra gli autori scelti per l’esposizione Graphicnovel.it all’Istituto di Cultura Italiano di Parigi.

Nel 2012 esce in Italia per Fandango Libri il suo terzo lavoro: PalacincheStoria di un’esule fiumana, un reportage a fumetti e fotografia realizzato con la fotografa Caterina Sansone (pubblicato in Francia dalle Editions de l’Olivier nel 2012 e in Germania dalle Ed. Reprodukt nel 2015).

Nel 2013 debutta come autore di libri per l’infanzia per L’Ecole des Loisirs con President!

Nel 2014 comincia la pubblicazione della serie a fumetti per bambini Caterina, con Dargaud.

Lo stesso anno è invitato a tenere una conferenza sul fumetto autobiografico alla Biblioteca del Centro George Pompidou.

Dal 2015 collabora con Pierre Van Hove. Il loro primo lavoro è Il Ladro di Libri, pubblicato in Francia, Italia, Germania. Il volume ha vinto il premio “Gran Guinigi” nella categoria Miglior Graphic Novel al Lucca Comics and Games 2015.

Sempre nel 2015 pubblica Caterina, tome 2: L’histoire d’Orlando, edito da Dargaud.

Nel 2016 per L’école des Loisirs esce Joseph et le magicien e per Editions Cornelius e Coconino Press pubblica Charles.

Del 2018 è Estate edito sia da Oblomov che Editions Cornelius.

Di prossima pubblicazione sono L’Illusion Magnifique vol.1, edito da Gallimard e La Novella dell’Avventuriero, disegnato da Andrea Settimo, Coconino Press, Glenat.

Il suo lavoro è stato pubblicato sulle riviste: Canicola, Hamelin, Lo Straniero, Orang (Reprodukt), Kuti Kuti, Tabloid, Il Corriere della Sera, Kultur & Gespenster, Black (Coconino Press), Internazionale, Papier Gâché, RepubblicaXL, Lapin (L’Association), Stripburger, Animals (Coniglio Editore) Dopututto Max (Misma Editions).

IG https://www.instagram.com/aletota/?hl=it

FB https://www.facebook.com/alessandro.tota.3

Abbiamo chiesto ad Alessandro di raccontarci un po’ del suo percorso e del suo approccio al mestiere di fumettista. Buona lettura!

Parlaci un po’ di te, da dove vieni e qual è la tua storia?

Sono nato a Bari, ho studiato a Bologna, poi sono andato in Francia per quindici anni. Adesso vivo in Italia anche se continuo a lavorare soprattutto con la Francia.

Come ti sei avvicinato al fumetto? Che percorso formativo hai fatto?

Ho studiato pittura, e di riflesso storia dell’arte, che è da sempre una mia grande passione e ha influenzato parecchio il mio lavoro di autore e di insegnante. 

Quali sono i tuoi maestri/e?

Il punto di partenza per quanto riguarda il fumetto sono Crumb e Pazienza. Ma i maestri sono tantissimi e appartengono a tutte le discipline: i Beatles, John Fante, Dostoevsky, Philip Roth, Daniel Johnston, Mario Monicelli, Osamu Tezuka, Serge Gainsbourg, Picasso, Grosz, Max Beckmann e mille altri. Anche il dialogo con gli amici che fanno il mio stesso mestiere è fondamentale.

Hai una diversa modalità di lavoro a secondo dei progetti che realizzi? Sei disciplinato o lavori d’impulso?

Il lavoro dell’artista è camminare su una corda tesa tra la massima disciplina e la massima libertà. Anche perché o ti imponi tu la tua disciplina, o te la impongono gli altri. Ho cercato di impormi la mia, per garantire a me stesso la massima libertà. Per me disegnare è divertente, il massimo del godimento. Altro discorso è la scrittura “pura”, quando scrivo per altri disegnatori o per progetti di film o serie. Cominciare una nuova sceneggiatura è abbastanza faticoso, poi dopo i primi giorni procedo a ritmo spedito. 

Qual è stata la tua ultima pubblicazione? Stai lavorando a qualcosa di nuovo?

L’anno prossimo uscirà per Coconino Press “La Novella dell’Avventuriero” che ho scritto per Andrea Settimo e un libro senza parole per Sigaretten Edizioni. In Francia uscirà anche il primo volume di una mia serie per Gallimard che in Italia sarà pubblicata tra qualche anno. Lavoro molto e ti confesso che sono un po’ stanco di fare solo fumetto “tradizionale”. Questo libro con Sigaretten è il primo in cui provo a sganciarmi da alcune abitudini consolidate e andare in nuove direzioni. 

Inoltre con Pierre Van Hove stiamo scrivendo un nuovo libro per Dupuis, molto diverso dal Ladro di Libri, il nostro libro precedente. 

Sei stato uno dei fondatori di Canicola. Quanto questa esperienza ha influenzato il tuo lavoro?

Sono tra i miei migliori amici oltre che uno degli editori che stimo di più.  A settembre pubblicheranno in italiano un mio libro per bambini, “Caterina e la Gang dei Capellosi”, che  pur essendo il mio libro di maggior successo in Francia non è mai stato pubblicato in Italia. 

Sei sceneggiatore e disegnatore. Con gli anni e l’esperienza con cosa ti esprimi meglio? (sempre se c’è una preferenza)

Sono a mio agio con entrambi, il disegno è  più godereccio, ma la scrittura puo’ portarti molto lontano.

Cosa consigli a chi vuole diventare fumettista?

Lavorare sodo e tenere gli occhi aperti. 

Pensi che i dispositivi digitali possano assorbire il fumetto mettendo da parte la carta?

Purtroppo si. Dico purtroppo perché detesto gli schermi, penso che sia un pessimo sistema di lettura, tutto si volatilizza dopo un secondo. Per cui mi tengo i libri e vi lascio gli schermi e va bene così. 

Com’è il mercato dell’editoria nel tuo mondo ideale?

Difficile a dirsi. Il mondo dell’editoria non è sganciato dalle politiche culturali che fa lo Stato. Non è che la gente sia portata naturalmente a leggere, è un’abitudine culturale che si mette in piedi lentamente. Se lo Stato italiano facesse qualcosa per la lettura (non parlo di ridicole campagne del tipo “Leggere fa bene”, che possono venire in mente solo a gente che non ha mai preso in mano un libro) il mercato si modificherebbe in meglio.

Cosa potrebbe fare lo Stato? Creare biblioteche tanto per cominciare. In Italia ce ne sono 7000, in Francia 16000. Poi fare attività intorno alla lettura nelle scuole. 

Poi servono borse di studio,  aiuti agli autori… Uno statuto fiscale che abbia un minimo senso per chi lavora nel settore. Perché non viene fatto tutto questo?